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E’ di sicuro un pesante smacco per le forze di sicurezza pachistane, impegnate ormai da alcuni anni a fronteggiare l’avanzata dell’estremismo islamico. La resa di due fortini militari nel Sud del Waziristan, dove sono in corso combattimenti quotidiani, è stata smentita dal governo di Islamabad che teme per un’ulteriore erosione della sua credibilità in vista delle elezioni generali del 18 febbraio. Ma secondo testimoni e fonti dell’intelligence, due giorni fa l’avamposto di Saklatoi e dopo 24 ore anche quello di Sararogha sono stati abbandonati dalle forze paramilitari dopo aver ricevuto minacce da parte di centinaia di militanti filo telebani. I fortini, residui dell’era coloniale britannica, appartengono alla polizia di frontiera lungo il poroso confine con l’Afghanistan. In quest’area sorge la roccaforte del comandante talebano Baitullah Mehsud, accusato dalle autorità pachistane di essere il mandante dell’uccisione di Benazir Bhutto. Su pressione degli Stati Uniti circa 100 mila soldati sarebbero dislocati nella vasta provincia di frontiera del nord ovest.
La tensione in queste ore è alta anche per l’ennesimo attentato a Peshawar riconducibile alla rivalità tra i sunniti e la minoranza sciita. Un giovane kamikaze ieri si è fatto esplodere in una moschea affollata di fedeli per la festività religiosa sciita di Ashoura che si celebra questo finesettimana. I morti sono almeno una decina. In un’intervista Pervez Musharraf ha reiterato l’impegno a combattere Al Qaeda da solo senza l’aiuto degli Stati Uniti e ha smentito che il paese sia in grave pericolo. Non ci faremo sopraffare – ha detto -. Il Pakistan è una forte nazione di 160 milioni di persone, con armi nucleari e una robusta economia”.
giovedì 17 gennaio 2008
Pakistan, truppe perdono due fortini militari nel sud del Waziristan
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