lunedì 14 aprile 2008

Così hanno votato gli italiani di Nuova Delhi

Su Apcom
Se non fosse per internet, sarebbe veramente difficile per i 200 connazionali ufficialmente residenti a Nuova Delhi avere qualche informazione sul voto in Italia. Da qualche anno il collegamento a banda larga è disponibile in tutti i quartieri del Sud di Delhi, dove vive la maggior parte degli stranieri e la comunità diplomatica. In mancanza di televisione e di giornali italiani, la rete rimane l’unico “cordone ombelicale” con quanto succede in patria. La ricezione di Rai International, dove da stasera è possibile seguire gli exit polls, è limitata ad alcuni quartieri della capitale. Nonostante le proteste della comunità italiana, solo alcuni dei “cable operators”, i distributori della tv via cavo, hanno inserito il canale italiano nei loro bouquet. Sfortunatamente poi l’India si trova in una zona d’ombra del segnale satellitare delle reti italiane .
Per quanto riguarda invece i quotidiani e settimanali non esiste una distribuzione ufficiale. Alcune vecchie copie, anche di una settimana, di solito provenienti dall’aeroporto, si trovavano in vendita sui marciapiedi di Connaught Place, la grande piazza circolare che è il cuore commerciale. Ma con la chiusura delle rotte Alitalia verso l’India il 30 marzo scorso anche questo privilegio è sfumato. Nella sala di lettura dell’Istituto di Cultura Italiano, adiacente all’ambasciata italiana, è però disponibile l’edizione cartacea di del Corriere e Repubblica. I giornali indiani, dal canto loro, hanno dedicato solo qualche trafiletto alle elezioni italiane ripreso di solito dalle agenzie internazionali. Nulla più. In questi giorni sono molto più attenti a seguire lo spoglio in corso nel vicino Nepal e ad analizzare il sorprendente successo dei maoisti.
Nonostante queste carenze, l’affluenza al voto si è mostrata abbastanza elevata. Nel collegio consolare di Nuova Delhi che comprende anche il nord-ovest dell’India, il 46,2% degli elettori hanno inviato le schede entro il limite del 10 aprile come era indicato sulle istruzioni ricevute via posta dagli uffici dell’ambasciata. Sono però molti i connazionali che si sono “dimenticati” di spedire in tempo le buste preaffrancate.
L’India appartiene alla maxi circoscrizione “Africa, Asia, Oceania e Antartide”. Per il Senato la scelta era tra cinque simboli, mentre per la Camera erano quattro. Tra i candidati non c’era nessun residente in India e non c’è stata praticamente campagna elettorale. “Purtroppo è stato difficile per avere notizie sui candidati da votare Ho ricevuto solo una lettera di un partito. Non leggo giornali italiani e non ricevo la Rai International. Ogni tanto guardo internet, ma è difficile farsi un’idea di cosa succede veramente” dice Concetta, scultrice, che ha lasciato l’Italia 36 anni dopo il matrimonio con un ufficiale dell’esercito indiano. “Visto che il voto all’estero l’ultima volta è stato determinante, mi aspettavo un po’ più di attenzione”.
Grazie alla legge Tremaglia del 2001, questa è la seconda volta che si vota per il parlamento nazionale e la macchina è già ben oliata. “Ho ricevuto in tempo le schede e le ho rispedite in tempo. Penso sia funzionato tutto bene – dice Giorgia Cantele, insegnante d’italiano all’Università Jawaharlal Nehru e all’Istituto Italiano di Cultura che aggiunge: “lavoro per il mio Paese e mi sembra giusto avere il diritto anche di partecipare alla vita politica nazionale”. Per il neolaureato Davide, 24 anni, bibliotecario all’Istituto di Cultura Italiano, è invece la prima volta che vota per corrispondenza e ha qualche perplessità. “Mi sarebbe piaciuto avere la stessa scelta di simboli dei miei connazionali in Italia – afferma – e poi mi sembra assurdo affidare la mia scheda alle poste soprattutto qui in India…”.

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