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Dopo 43 anni un treno attraverserà di nuovo la frontiera tra India e Bangladesh. E’ prevista per lunedì la riapertura del collegamento ferroviario tra il porto indiano di Calcutta, nel Bengala Occidentale e la capitale Dacca (ex Bengala Orientale). Il treno, chiamato Maitree Express, sarà inaugurato dal ministro degli esteri indiano Pranab Mukherjee e rappresenta una misura di distensione nelle tumultuose relazioni tra Nuova Delhi e il paese mussulmano diventato indipendente dopo nel 1971 dopo il conflitto indo-pachistano.
Il collegamento tra le due metropoli era stato sospeso nel 1965 durante la guerra quando il Bangladesh, allora Pakistan Orientale, era sotto il controllo di Islamabad. Simultaneamente un altro treno partirà da Dacca (il 14 aprile è il Capodanno bangladese) per percorrere i 345 chilometri fino a Calcutta in un tempo di percorrenza di 12 ore. Per ora la frequenza sarà limitata a un solo giorno della settimana e il prezzo del biglietto in classe economica è stato contenuto a 8 dollari.
In un comunicato del ministero degli esteri di Nuova Delhi si legge che “l’accordo rafforzerà le relazioni bilaterali e rappresenta un modo alternativo di trasporto per i passeggeri”. Dacca e Calcutta sono già collegate via aerea e da un servizio di autobus.
I negoziati per la ripresa del collegamento ferroviario risalgono a oltre sette anni fa, ma erano stati sospesi quando il Bangladesh Nationalist Party (BNP) dell’ex premier Khaleda Zia, era salito al potere. Dopo il golpe militare di un anno fa che ha esautorato i due principali partiti, il nuovo governo provvisorio ha deciso di riallacciare i rapporti con il gigante indiano. La decisione di ripristinare la ferrovia è stata presa durante una visita dello stesso Mukherjee nel febbraio 2007.
In passato più volte il governo di Nuova Delhi aveva accusato il Bangladesh di ospitare i campi di addestramento degli estremisti islamici legati ai servizi segreti pachistani e sospettati di gravi attentati terroristici a Mumbai e in altre città indiane. Con l’obiettivo di fermare l’infiltrazione di gruppi armati e soprattutto l’immigrazione clandestina, a partire dal 2001 l’India ha deciso di costruire una “cortina di ferro”, composta da reticolati e filo spinato, lungo il poroso confine di oltre 4000 chilometri.
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