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Domani si aprono le urne per l’elezione dell’Assemblea Costituente che dovrà riscrivere la costituzione del Nepal e - se i maoisti avranno sufficienti consensi - anche abolire la monarchia. Dopo due rinvii lo scorso anno, questo voto è visto come cruciale per la stabilità del paese himalayano, stretto tra India e Cina, dipendente in larga misura dal turismo e tormentato negli ultimi dieci anni dalla guerriglia maoista. In questi giorni c’è stata molta tensione. Alcuni violenti disordini sono scoppiati ieri nella parte occidentale tra gli ex ribelli maoisti ed esponenti del partito principale del Congresso nepalese, considerato pro monarchico. La polizia ha aperto il fuco e avrebbe ucciso sei maoisti, secondo un ufficiale locale. In un altro distretto un candidato è invece stato assassinato. Nei giorni scorsi anche la capitale Kathmandu è stata scossa da esplosioni e vari incidenti.
I risultati del voto, che sarà visionato da circa mille osservatori internazionali guidati dall’ex presidente Jimmy Carter, si conosceranno solo tra tre settimane. Secondo alcuni analisti è probabile che dopo lo spoglio si assista a un’escalation della violenza, soprattutto nel caso i due principali partiti conservatori riescano a prevalere sui maoisti guidati dal leader Prachanda.
martedì 8 aprile 2008
Il Nepal domani va al voto tra violenze e uccisioni
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