mercoledì 2 aprile 2008

India e Birmania rafforzano la cooperazione economica durante visita numero due della giunta di Rangoon

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Il numero due della giunta birmana, il generale Maung Aye è da ieri a Nuova Delhi per una visita di quattro giorni dedicata a rafforzare la cooperazione in campo commerciale, dell’energia e della sicurezza. Nonostante la dura repressione delle proteste dei monaci da parte del regime di Yangoon, l’India ha mantenuto rapporti politici ed economici con la confinante Birmania in nome di un approccio pragmatico simile a quello seguito dalla Cina.
In particolare, l’India firmato un accordo per un investimento di 130 milioni di dollari per il potenziamento del porto di Sittwe che si affaccia sul Golfo del Bengala e che permetterà l’apertura di una nuova rotta commerciale marittima per gli stati indiani del Nord-Est. Sempre in tema di trasporti l’India è interessata ad aprire un valico stradale che collega lo stato del Manipur con la città birmana di Tamu. Lo scorso agosto, all’epoca delle proteste pro democratiche, il governo indiano aveva firmato un contratto per l’esplorazione metanifera del valore di 150 milioni di dollari.
D’altro canto la diplomazia di Nuova Delhi è anche attiva nel processo di democratizzazione avviato dalla giunta dopo le pressioni internazionali e le sanzioni dell’Occidente. In gennaio, in occasione della seconda visita dell’inviato speciale dell’Onu, Ibrahim Gambari, il governo indiano si era detto “preoccupato” per la mancanza di progressi nelle riforme democratiche. L’India, che condivide una frontiera di 1600 chilometri con la Birmania, è interessata ad avere rapporti di “buon vicinato” anche per arginare l’avanzata dei ribelli separatisti attivi nelle regioni del Nord Est.

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