Su Radio Svizzera Italiana
A distanza di molte ore dal grave attentato contro l’hotel Marriott, squadre di soccorritori sono ancora al lavoro alla ricerca di corpi e di eventuali superstiti intrappolati tra le macerie ancora fumanti dell’albergo che era tra i più popolari ritrovi nell’area diplomatica della capitale pachistana. Mentre giungono le condanne della comunità internazionale, emergono nuovi particolari sulla strage che non è stata rivendicata, ma che si pensa sia opera dei gruppi talebani attivi nelle regioni del nord ovest dove da mesi sono in corso violenti scontri con l’esercito. A provocare la potentissima deflagrazione che ha lasciato un cratere profondo sei metri sarebbe stato un camion carico di mille chili di esplosivo lanciato contro la barriera metallica di sicurezza che sorge all’ingresso dell’hotel già in passato obiettivo di altri attentati, ma di minore gravità. Al momento dello scoppio nell’edificio si trovavano centinaia di clienti, soprattutto nei ristoranti che in coincidenza con il ramadan erano particolarmente affollati. Tra le vittime ci sono diversi stranieri, tra cui l’ambasciatore della Repubblica Ceca, che pochi minuti dopo l’esplosione aveva chiamato con il telefonino chiedendo aiuto.
Ieri sera dopo l’attentato il neo presidente Asif Ali Zardari, che poche ore prima aveva pronunciato il suo discorso inaugurale nel vicino parlamento, è comparso in televisione per ribadire l’impegno del suo governo a sconfiggere quello che ha definito il “cancro” del terrorismo e che nell’ultimo anno ha causato in totale 1200 vittime, tra cui sua moglie, Benazir Bhutto, la leader ritornata dall’esilio, uccisa da un attentato lo scorso dicembre.
domenica 21 settembre 2008
Pakistan, soccorritori al lavoro per cercare superstiti tra le rovine del Marriott
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