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Si sa che fin dai tempi dei maharaja l’India è un paese dalle mille contraddizioni dove estrema povertà e estrema ricchezza coesistono in un modo quasi naturale. Questo contrasto, oggi più stridente che mai, è diventato oggetto di una discutibile campagna pubblicitaria dell’edizione indiana di Vogue, lanciata lo scorso ottobre e dedicata alla nuova classe emergente. In uno speciale di 16 pagine intitolato “India in Style”, il famoso mensile patinato ha usato “gente di strada”, esattamente di Jodhpur, per promuovere costosissimi accessori e vestiti di marca. Si vede per esempio un contadino sdentato con un ombrello di Burberrys, una donna su uno scooter con tre passeggeri che espone una borsa ultimo modello di Hermes. Un'altra con dei sandali Miu Miu seduta davanti alla capanna fatta con letame essicato. “Solo con il costo di questi sandali potrebbe pagare un anno di scuola per suo figlio” scrive in un editoriale il Mail Today, uno dei pochi quotidiani indiani a criticare il servizio fotografico di Vogue India che è stato accusato di cattivo gusto anche in un articolo apparso sul New York Times. Secondo una recente statistica di Banca Mondiale, il 76 per cento della popolazione indiana vive con due dollari al giorno, ma l’India è considerata uno dei mercati più appetibili per l’industria del lusso. Certo prima di vendere la moda bisogna fabbricare i sogni. Ma di sicuro ci vorrà molto tempo prima di vedere la contadina del Rajasthan entrare in una boutique di Armani.
lunedì 1 settembre 2008
Vogue India, il lusso dei ricchi pubblicizzato dai poveri
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