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Sarebbe stato il crollo di un muro a scatenare il panico tra i pellegrini in coda per visitare il tempio di Chamunda, nel forte di Jodhpur, popolare meta turistica del Rajasthan. Al momento dell’incidente nel luogo sacro c’erano circa 10 mila fedeli giunti per celebrare l’inizio di una delle tante festività religiose induiste. I soccorritori hanno estratto decine di corpi intrappolati sotto le macerie. Ma altre decine di persone sarebbero state uccise dalla gigantesca ressa che si è scatenata nello stretto passaggio transennato che porta all’ingresso del tempio. A provocare il fuggi fuggi e il crollo del muro potrebbe essere stata anche la falsa notizia di una bomba. Dopo gli attentati a catena ai mercati di New Delhi del 13 settembre e l’ultimo ordigno esplosivo fatto scoppiare sabato scorso nella borgata di Mehrauli, nell’intero Paese prevale un’atmosfera di tensione e paura. Ma non è la prima volta che la ressa in un tempio si trasforma in una strage. Incidenti del genere sono molto comuni in India a causa del sovraffollamento e della totale mancanza di norme di sicurezza dei luoghi religiosi dove l’affluenza è limitata e costringe i fedeli a lunghissime attese, talvolta anche di giorni, prima di poter effettuare le offerte di rito alle divinità. L’ultima tragedia risale agli inizi di agosto quando 150 persone, tra cui molti bambini, sono state uccise dalla calca al tempio di Naina Devi, nello stato himalayano dell’Himachal Pradesh. Una ringhiera di protezione aveva ceduto sotto il peso della folla.
lunedì 29 settembre 2008
Ressa mortale al tempio di Chamunda a Jodhpur
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