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A tre settimane dal tragico attacco di Mumbai, l’India ha deciso di varare nuove leggi anti terrorismo e di istituire un’Agenzia Nazionale di Investigazione, una sorta di “super Fbi” per contrastare le minacce alla sovranità e alla sicurezza nazionale. Le nuove misure repressive sono state presentate in parlamento dal neo ministro degli interni P.Chidambaram sotto forma di due decreti legge. Il primo riguarda l’istituzione di una National Investigation Agency (NIA) in grado di operare sul territorio nazionale superando quindi le competenze dei singoli stati indiani, mentre il secondo è un emendamento ad una precedente legislazione anti terrorismo che introduce misure e pene più severe.
Tra le novità c’è la possibilità di creare dei “tribunali speciali” per accelerare i processi contro i sospetti militanti estremisti. Gli inquirenti della NIA avranno ampi poteri nelle inchieste contro gli atti di terrorismo in tutto il territorio nazionale. Il periodo di incarcerazione preventiva è raddoppiato a 180 giorni e non è previsto il rilascio su cauzione per gli imputati stranieri. E’ anche previsto il congelamento dei beni e del conti bancari delle organizzazioni estremiste coinvolte in attacchi terroristici. Inoltre la pena per il possesso di armi è aumentata fino a un massimo di dieci anni.
Tuttavia la decisione, salutata anche dall’opposizione del partito indu-nazionalista del Bjp che aveva accusato il governo di incapacità nella gestione dell’attacco di Mumbai del 26 novembre, avrebbe già sollevato alcune polemiche. Non è infatti chiaro come la nuova Agenzia dovrà coordinarsi con quelle già esistenti, ovvero il Central Bureau of Investigation (CBI) che si occupa di sicurezza interna ed è simile all’americana FBI o all’inglese MI5 e con i servizi segreti della Research and Analysis Wing (RAW) competente lo spionaggio all’estero.
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