Cedendo alle pressioni dell’India e forse anche ad un ultimatum degli Stati Uniti, il governo pachistano sta mantenendo fede alle promesse di usare il pugno di ferro contro gli estremisti. Secondo fonti di stampa, non ufficialmente confermate da Islamabad, l’esercito avrebbe catturato uno dei leader del gruppo islamico sospettato di essere dietro l’attacco di Mumbai del 26 novembre. In un raid, sembra seguito da un conflitto a fuoco, contro un presunto campo di addestramento nel Kashmir pachistano, i militari avrebbero arrestato Zaki ur Rehman Lakvhi insieme ad una decina di altri sospetti militanti. Sarebbe stato in contatto telefonico con il comando terrorista durante l’assedio ai due hotel e al centro ebraico. In realtà la base, che sorge nei pressi di Muzaffarabad, appartiene all’organizzazione benefica Jamaat-ud-Dawa, affiliata con il gruppo estremista fuorilegge Lashkar-e-taiba, l’Armata dei Puri, che avrebbe anche legami con i servizi segreti pachistani.
Bisognerà vedere ora se l’avvenuto raid servirà ad allentare la tensione tra India e Pakistan. New Delhi aveva indicato anche altri nomi di presunti mandanti della strage costata la vita a 171 persone, tra cui oltre 20 stranieri.
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