martedì 19 maggio 2009

Made in Italy, una fiera su macchinari agricoli a Delhi

India, un mercato da 250 mila trattori all’anno
Le aziende italiane interessate alla meccanizzazione agricola

L’agricoltura, la “cenerentola” dell’economia indiana, ha bisogno di fare un salto di qualità con l’introduzione della meccanizzazione e con l’incremento della produttività per ettaro. I contadini rappresentano il 58% della forza lavoro, ma contribuiscono solo al 18% del prodotto lordo nazionale. Grazie alle politiche di sostegno agricolo e ai crediti agevolati, i trattori e le mietitrebbiatrici stanno lentamente sostituendo gli aratri tirati dai buoi e le mondine nelle campagne. Ma il settore presenta ancora molte potenzialità. Ogni anno l’India ha bisogno di 250 mila trattori.
“L’agricoltura indiana ha una struttura simile alla nostra per la presenza capillare di piccoli proprietari, ma il numero di trattori per ettaro è di 15 volte inferiore a quello italiano – spiega Guglielmo Gandino, direttore di Unacoma Service, braccio logistico dell’Associazione nazionale dei produttori di macchine agricole, che si trovava oggi a Nuova Delhi per presentare la fiera agricola “Eima Agrimach” prevista per dicembre. In termini di esportazioni, il made in Italy è ancora marginale a causa delle restrizioni doganali e dei dazi che sono ancora molto alti. Secondo dati Istat l’esportazione di macchine agricole in India è più che raddoppiata nel 2008 a 16,7 milioni di euro.
“Intendiamo rafforzare la nostra presenza in India attraverso produzione in loco e l’alleanza con partner locali. E’ la strada già seguita in altri settori, come quello dell’auto con l’alleanza tra Tata e Fiat”. Le aziende italiane di macchinari agricoli sono sbarcate in India già agli inizi degli anni Novanta con la prima ondata di liberalizzazione economica. I grandi gruppi del settore, come Carraro, Same-Deutz, Bcs, New Holland e Landini, hanno aperto da soli o in partnership stabilimenti per la produzione di macchinari, ma anche di componentistica. Carraro India, che ha la fabbrica a Pune, vicino a Mumbai, e che produce trasmissioni e altri parti per trattori agricoli ha fatturato oltre 56 milioni di euro nel 2008.
La fiera Eima Agrimach, prevista dal 3 al 5 dicembre, è organizzata da Unicoma insieme a Ficci, la Federazione Indiana delle Camere di Commercio, sulla base di un accordo firmato un anno fa, con la collaborazione del Ministero indiano dell’Agricoltura e l’Ice, l’Istituto Commercio Estero.
La rassegna, che sarà biennale, si terrà nel campus dell’Indian Agricoltural Research Institute a Nuova Delhi. Si tratta dell’università dove è nata la “green revolution” degli Anni Settanta che consentì all’India di diventare autosufficiente per il suo fabbisogno alimentare. Vi parteciperanno 300 aziende provenienti da Europa, Stati Uniti, Brasile e Australia, ma il Made in Italy farà la parte del leone. L’Italia è tra i primi produttori di macchinari agricoli al mondo con un giro d’affari di 8,3 milioni di euro, di cui il 56% in attrezzi agricoli e macchine da giardino e il resto in trattori.
Negli anni l’Unacoma ha accumulato una notevole esperienza nell’organizzazione di eventi fieristici con Eima International a Bologna, Agrilevante a Bari e - da quest’anno - anche Eima Gulf, che si è tenuta ad aprile ad Abu Dhabi

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