Come aveva ipotizzato ieri un responsabile del governo di Islamabad, la strage a Lahore sarebbe opera dei talebani attivi in Waziristan e nelle province di frontiera del nord ovest. Un vice comandante del leader supercircercato Baitullah Mehsud, raggiunto telefonicamente dai alcxuni giornalisti, ha rivendicato la paternità dell’attentato che ha distrutto una caserma della polizia e danneggiato la sede dei servizi segreti uccidendo 24 persone. In particolare ha detto che si è trattato di una vendetta per l’offensiva militare in corso nella valle di Swat. Il leader talebano, che si chiama Hakimullah Mehsud, e che controlla le regioni tribali del Kyber pass, ha poi minacciato altri attacchi e ha chiesto ai cittadini di Lahore, Islamabad, Rawalpindi e Multan di lasciare le loro cittò per mettersi in salvo. I militari hanno anche intercettato una telefonata di un portavoce del capo talebano di Swat, Maulana Fazlullah, dove incitava i suoi a colpire con azioni terroristiche le città pachistane. La rivendicazione coincide anche con un misterioso comunicato apparso su un sito internet in lingua turca firmato da un’organizzazione talebana del Punjub.
Intanto secondo fonti militari, l’esercito prosegue la sua avanzata a Mingora, il capoluogo di Swat. Le truppe governative avrebbero preso il controllo del 70 per cento della città dove migliaia di abitanti sono intrappolati senza viveri, elettricità e linee telefoniche.
giovedì 28 maggio 2009
Strage di Lahore, una vendetta del talebano Baitullah Mehsud
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