martedì 5 maggio 2009

Rahul Gandhi: “Il Congresso farà meglio che nelle altre elezioni”

Su Apcom
“Sono sicuro che il Congresso vincerà e aumenterà anche la sua quota di consensi”. E’ quanto ha detto stamattina Rahul Gandhi, segretario generale del partito del Congresso e figlio dell’italo indiana Sonia in una conferenza stampa a Nuova Delhi dove giovedì si terrà la quarta e penultima fase delle elezioni per il rinnovo del parlamento indiano.
Secondo il giovane leader, il partito indu nazionalista del Bjp all’opposizione e principale rivale del Congresso starebbe perdendo terreno. “Dopo 35 giorni di campagna elettorale – ha detto – ho la sensazione che Bjp stia perdendo seggi in tutti gli stati dove aveva trionfato nelle ultime elezioni”.
Gandhi, che si occupa dell’ala giovanile del partito e che per ora non intende assumere incarichi di governo, ha anche teso un ramoscello di ulivo alla sinistra indiana che lo scorso anno aveva ritirato l’appoggio esterno alla coalizione di Manmohan Singh per opposizione all’accordo indo-americano sul nucleare pacifico. I partiti comunisti e marxisti rappresentano la terza forza in Parlamento. Secondo le previsioni, né il Congresso, né il Bjp saranno in grado di conquistare una maggioranza il 16 maggio, giorno in cui saranno resi noti i risultati della lunga maratona elettorale iniziata lo scorso 16 aprile. “Siamo disponibili ad alleanze con partiti che la pensano come noi” ha detto il trentottenne primogenito di Sonia aggiungendo che “c’è un terreno comune” con i partiti comunisti che hanno in agenda politiche a favore dei ceti poveri e di ridistribuzione della ricchezza. mgc


SEGUE
Rahul Gandhi: “I soldi dello Stato non vanno a chi ne ha bisogno”
Il leader del Congresso intende combattere corruzione e nepotismo

Secondo Rahul Gandhi “il problema centrale in India” e “di cui nessuno parla in queste elezioni” è ancora quello denunciato da suo padre Rajiv oltre 20 anni fa, ovvero quello della corruzione e dell’inefficienza delle strutture amministrative locali che fa sì che “solo un decimo di ogni rupia delle spesa pubblica raggiunga il suo obiettivo”. “Il più grande problema – ha detto ai giornalisti che affollavano la conferenza stampa in un hotel di Nuova Delhi - è che siamo incapaci di distribuire i soldi ai villaggi che ne hanno bisogno”. Nei suoi frequenti viaggi nell’India contadina, Gandhi si sarebbe reso conto del “fallimento delle istituzioni politiche”. “Nei villaggi non c’è assolutamente nulla e con pochissimo denaro si potrebbe trasformare la vita delle persone. Penso alla montagna di denaro che oggi abbiamo a disposizione e di come invece vada sprecata”. A chi gli ha chiesto come risolvere il divario economico, il leader del Congresso ha detto che “occorre cambiare l’intero sistema di gestione e che è un processo che richiede tempo”. Uno degli strumenti per favorire il cambiamento è di “aprire il sistema” introducendo criteri democratici di scelta dei rappresentanti politici “che permettano alle persone di far pressione sui partiti”. La missione del giovane Gandhi nei prossimi due anni è di “democratizzare” il secolare partito del Congresso favorendo l’ingresso di giovani attraverso elezioni dei consigli locali e distrettuali di partito come già avvenuto negli stati del Gujarat e in Punjab.
“La mia posizione di rappresentante della famiglia Gandhi - ha aggiunto – mi dà certi privilegi, ma mi offre il vantaggio di accelerare e forzare questo rinnovamento”. Gandhi ha ammesso che in India il successo in politica “dipende da chi conosci o con chi sei imparentato”. “Paradossalmente io voglio cambiare proprio il sistema di cui sono io stesso un prodotto”.

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