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“I nostri soldati hanno sacrificato la vita per proteggere i loro fratelli tami. Questa guerra era contro il movimento LTTE, e non contro la popolazione tamil”. E’ il messaggio del presidente Mahinda Rajapakse, appena pronunciato davanti la Parlamento di Colombo. “Dopo 30 anni di massacri di innocenti tamil, mussulmani e cingalesi, abbiamo ripreso possesso di un terzo del Paese” ha detto aggiungendo in tono di riconciliazione che intende tutelare i diritti della minoranza tamil.
Ma mentre Colombo è in festa per una vittoria sulle Tigri tamil che sarebbero state completamente eliminate, da Unione Europea e Stati Uniti arriva un pressante appello perchè il governo intervenga per evitare una crisi umanitaria tra i 250 mila sfollati del combattimenti di questi 14 mesi. L’offensiva è stata criticata per i massacri tra la popolazione civile. Il segretario generale dell’Onu Bank Ki Moon dovrebbe recarsi alla fine di questa settimana per visitare i centri di accoglienza e i campi per i deportati.
Intanto continua il giallo sulla sorte di Prabkakaran, che secondo l’esercito sarebbe stato ucciso ieri mentre tentava la fuga. Non ci sono prove indipendenti o fotografie del cadavere. Il sito filo ribelle Tamil Net ha smentito e ha detto che il leader è sano e salvo.
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