Con l’uccisione del capo ribelle Vellupillai Prabhakaran, il cui corpo è stato ritrovato ieri e mostrato in televisione, la vittoria del governo di Colombo è davvero completa. Ora però l’attenzione si sposta sull’emergenza degli sfollati e sulla ricostruzione come ha detto il presidente Mahinda Rajapaksa nel suo discorso al parlamento ieri mattina. La massiccia offensiva militare durata 14 mesi ha causato enormi sofferenzr tra la popolazioni tamil e sollevato le critiche dell’Europa e Stati Uniti, ma anche delle organizzazione umanitarie che ancora oggi non hanno accesso ai campi profughi del nord dove sono ammassati in condizioni disperate oltre 250 mila tamil. Secondo la Croce Rossa da almeno una settimana alcun convoglio umanitario ha raggiunto le aree del nord est dove si è concentrato l’ultimo assalto dell’esercito contro i ribelli.
Intanto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, arriverà venerdì per una visita di due giorni mirata a verificare i bisogni degli sfollati. Ban Ki-moon ha salutato positivamente la fine delle ostilità, ma è profondamente preoccupato per i massacri di civili. Secondo l’Onu oltre 6 mila tamil sarebbero morti dei bombardamenti dall’inizio dell’anno. La prossima settimana la Commissione per i Diritti Umani dell’Onu a Ginevra si riunirà in una sessione speciale per esaminare le violazioni e eventuali crimini di guerra commessi da entrambe le parti in conflitto.
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