domenica 24 maggio 2009

Tigri Tamil confermano, Prabhakaran "martire" contro l'oppressione del governo srilankese

Adesso non ci sono più dubbi. I rappresentanti all’estero delle Tigri tamil hanno ammesso che il loro leader Velupillai Prabhakaran è stato ucciso una settimana fa in circostanze che non sono però state precisate. L’esercito aveva mostrato in un filmato il suo corpo con la testa crivellata di colpi e anche il suo tesserino di riconoscimento, ma secondo i ribelli Prabhakaran era sano e salvo. Ora in un comunicato ufficiale, il responsabile delle relazioni esterne Selvarasa Pathmanathan ha annunciato il “martirio” del capo supremo dell’LTTE morto “combattendo contro l’oppressione del governo srilankese”. Ha poi precisato che la sua ultima volontà è stata quella di esortare i suoi a “continuare la lotta per la libertà del popolo tamil”. Secondo l’esercito cingalese tutti i militanti sono stati eliminati nella massiccia offensiva di questi mesi, ma sul sito internet Tamil Net si legge che la leadership dell’LTTE esiste ancora e che risorgerà quando sarà il momento giusto. Parole che stridono però con quanto dichiarato in un‘intervista telefonica alla BBC lo stesso portavoce Pathmanathan, secondo il quale il movimento ribelle avrebbe rinunciato alla lotta armata e sarebbe disposto a usare metodi non violenti per tutelare i diritti dei tamil.
Intanto sul fronte della crisi umanitaria che interessa 250 mila sfollati attualmente rinchiusi in affollati campi profughi, c’è da segnalare il rifiuto del governo di Colombo a permettere l’accesso dell’Onu e degli altri operatori, come richiesto da Ban Ki moon durante la sua visita di sabato.

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