venerdì 14 marzo 2008

I dieci anni della regina Sonia

Su Apcom

Una folla si è radunata oggi davanti al numero 10 di Janpath, la storica sede del partito del
Congresso, per festeggiare i 10 anni della presidenza di Sonia Gandhi. La vedova italiana dello statista Rajiv è la leader più longeva a capo dello storico partito della dinastia Nehru-Gandhi che ha governato per la maggior parte della storia dell’India post-coloniale. Dopo l’assassinio del marito nel 1991 e dopo alcuni anni di tentennamenti, dieci anni fa l’ex first lady Sonia decise di entrare in politica per “salvare” un partito che era rimasto orfano e che senza un “Gandhi” alla guida avrebbe avuto poche chance di sopravvivenza. All’inizio molti rimproverarano a Sonia di inesperienza politica, di avere una spiccata pronuncia italiana quando leggeva i discorsi in hindi e di essere completamente manovrata dagli anziani funzionari di partito che la circondavano. Dieci anni dopo, la “ragazza” di Orbassano - la cittadina operaia vicino a Torino dove vive ancora la sua famiglia - ha completato la sua parabola diventando una “dieci donne più potenti del mondo” secondo la classifica compilata da Forbes negli ultimi tre anni. La sua popolarità era cresciuta enormemente dopo la vittoria elettorale del maggio 2004 che ha riportato il Congresso al governo insieme a una coalizione di sinistra, in particolare quando ha deciso di rifiutare il posto di primo ministro per “seguire la sua voce interiore” come disse in una celebre frase rimasta scolpita negli annali della storia indiana. Fu lei a scegliere l’economista dal turbante azzurro Manmohan Singh. Non è un mistero a Nuova Delhi che dietro ogni decisione del consiglio dei ministri c’è il suo “imprimatur” e che il primo ministro Singh si consulta regolarmente con il numero 10 di Janpath. In più occasioni Sonia è intervenuta a difesa dei ceti sociali più deboli, che sono il suo serbatoio elettorale, e per proteggere gli interessi dei contadini e dei piccoli commercianti contro le multinazionali. E’ una sua iniziativa, per esempio, la misura contenuta nella legge finanziaria di fine febbraio per cancellare la cifra record di 15 miliardi di dollari di debiti contratti da piccoli contadini con lo scopo di “arginare” l’ondata di suicidi tra gli agricoltori finiti nelle grinfie degli strozzini, soprattutto nella zona di coltivazione del cotone nello stato centrale del Maharashtra.
Tra i successi della sua presidenza c’è anche la politica delle alleanze con i partiti comunisti marxista e con gli influenti, ma litigiosi, partiti regionali dell’Uttar Pradesh e del Tamil Nadu. Secondo i sondaggi, il Congresso potrebbe vincere di nuovo alle prossimi elezioni generali del maggio 2009 (ci sono anche voci di voto anticipato a novembre). Il principale partito dell’opposizione, il Bjp, che punta sull’anziano leader della destra, Lal Krishna Advani, raccoglie i consensi della classe medio-alta, che però è una piccola minoranza rispetto alle masse contadine indiane che rappresentano quasi il 70% della popolazione indiana. A raccogliere l’eredità di Sonia sarà molto probabilmente il primogenito Rahul, 38 anni, di recente nominato a capo dell’ala giovanile del Congresso e già impegnato nella campagna elettorale con un tour “Discovery India” nelle zone più isolate e emarginate. Di recente è andato alla “scoperta” dello stato tribale dell’Orissa, ricco di risorse minerarie, ma dominato dalla guerriglia maoista.
Nel ricordare l’anniversario, alcune televisioni sottolineavano la natura “enigmatica” e “riservata” della leader del Congresso che è protetta da un’imponente sicurezza e che raramente viaggia all’estero o concede interviste. Sono rare anche le sue apparizioni pubbliche, salvo quelle obbligatorie in Parlamento. Si conosce poco anche della vita privata di Sonia. Il canale televisivo Cnn-Ibn oggi “svelava” alcune abitudini, come quella di svegliarsi ogni mattino alle sei e di bere un “cappuccino” prima della lettura dei quotidiani e di “spolverare” lei stessa il suo ufficio.

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