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Mentre la staffetta della torcia olimpica partiva ieri da piazza Tienammen, nuove proteste a New Delhi costringevano la polizia indiana ad entrare in azione. Centinaia di tibetani sono stati respinti mentre tentavano di marciare verso l’ambasciata cinese per portare una petizione di 1 milione e 400 mila firme raccolta via internet e dove si chiedeva a Pechino di riaprire il dialogo con il Dalai Lama. I rappresentanti cinesi hanno anche rifiutato di accettare una petizione di alcuni esponenti del parlamento tibetano in esilio indirizzata a Hu Jintao in cui si chiede di liberare le persone arrestate e di aprire il Tibet ai soccorsi e agli approvvigionamenti. Hanno riferito che tre grandi monasteri di Sera, Gaden e Drepung sarebbero da giorni senza acqua, cibo e elettricità.
Ma Pechino ieri ha alzato il tiro. Secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua, le autorità avrebbero raccolto la confessione di un sospetto rivoltoso che proverebbe la complicità del Dalai Lama del suo governo nei disordini del 14 marzo.
Intanto il capitano della nazionale indiana di calcio, Baichung Bhutia, ha annunciato il suo rifiuto di portare la fiaccola olimpica quando farà tappa a Delhi il prossimo 17 aprile.
lunedì 31 marzo 2008
Tibet, nuove manifestazioni a Delhi davanti all'ambasciata cinese
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