lunedì 10 marzo 2008

Arrestato giovane di Goa sospettato di omicidio e stupro di quindicenne inglese

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La polizia indiana ha arrestato un giovane di 29 anni sospettato dell’omicidio di una teen-ager inglese in vacanza a Goa, l’ex colonia portoghese famosa per le droghe e i rave-party. Il cadavere di Scarlette Keeling, 15 anni, era stato ritrovato seminudo tre settimane fa sulla spiaggia di Anjuna, una delle mete “storiche” del movimento hippy. In un primo momento la polizia aveva detto che si trattava di un annegamento, ma la versione non aveva convinto la madre della giovane che ha chiesto una seconda autopsia sul corpo della ragazza martoriato da numerose ferite. Sulla base dell’esame medico, gli investigatori avevano poi ammesso che la ragazza era stata uccisa dopo un rapporto sessuale. Secondo alcuni testimoni, Scarlette sarebbe stata vista in compagnia di alcuni giovani del posto che sono stati fermati e interrogati. L’arrestato è Samsung D’Souza, che lavora in uno dei numerosi bar-ristoranti sul litorale e che sarebbe stato visto in “posizione compromettente” con la quindicenne poche ore prima del ritrovamento del corpo secondo le parole di un funzionario della polizia di Goa che ha anche annunciato “altri arresti nei prossimi giorni”. Il poliziotto ha aggiunto che tra i capi di accusa c’è anche lo stupro “in quanto si tratta di minorenne e quindi non importa se l’atto sessuale è stato consenziente”.
La madre, Fiona MacKeown, ha intanto accusato le autorità locali di aver voluto “coprire” l’assassinio e ha chiesto l’intervento del CBI (Central Bureau of Investigation, in pratica l’FBI indiano) per far luce sull’accaduto.
Oggi il quotidiano “Times of India” ha fornito una ricostruzione delle ultime ore di vita di Scarlett basate sulla versione della polizia. La ragazza sarebbe stata prelevata da alcuni amici indiani verso l’una di notte per andare in un locale, “Lui Cafi”, dove era in corso un festino a base di cocaina. Gli ultimi a lasciare il posto, circa tre ore dopo, sono stati Samsung e altri due amici, che secondo la polizia sarebbero coinvolti nell’omicidio. Questa è la versione del quotidiano che in un articolo denuncia anche la trasformazione del paradiso tropicale di Goa in una base del narcotraffico internazionale. “Mentre i russi hanno assunto il controllo dello spaccio nelle spiagge di Morjim e Arambol – scrive - gli israeliani hanno il dominio di Vagator. Gli scozzesi prevalgono a Calangute e Baga, mentre nigeriani e kenyani hanno il controllo della cocaina a Candolim”. Questo vasto traffico di droga avverrebbe grazie alla complicità tra spacciatori, polizia e residenti locali.
Dall’inizio dell’anno sono già 12 i turisti stranieri morti a Goa in circostanze “misteriose” (negli ultimi due anni sono stati ben 126). L’ultimo caso riguarda due giapponesi trovati morti agli inizi di marzo per overdose. In forte aumento sarebbero anche i casi di violenze e molestie sessuali su turiste straniere, mentre in alcuni spiagge a Sud si sarebbe sviluppato un fiorente racket della pedofilia.

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