Su Radio Vaticana
La Cina continua il suo pugno di ferro in Tibet. Le autorità hanno lanciato oggi un ultimatum ai manifestanti perché si arrendano e si consegnino alla polizia entro lunedì. Il nuovo ordine giunge al termine di un’altra giornata carica di tensione e di preoccupazione soprattutto per il numero delle vittime negli scontri di ieri. Il governo tibetano in esilio in India ha confermato una trentina di vittime, mentre le autorità cinesi hanno dato notizia di dieci morti. Ma secondo gli esuli potrebbero essere cento. Il parlamento tibetano ha chiesto l’intervento dell’Onu. Mentre Lhasa è rimasta oggi deserta per via del coprifuoco, nuovi disordini sono scoppiati nella provincia nord occidentale di Gansu dove una protesta di monaci è stata soffocata con i gas lacrimogeni. Tra due settimane in Tibet dovrebbe arrivare la torcia olimpica e per l’occasione le autorità di Pechino hanno chiuso il versante settentrionale dell’Everest.
sabato 15 marzo 2008
Tibet, continua la repressione cinese
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