Messo in onda su Radio Svizzera
Ad una settimana dal passaggio del devastante ciclone Sidr le squadre di soccorso sono impegnate in una corsa contro il tempo per raggiungere centinaia di migliaia di sopravissuti disseminati nel vastissimo delta dei fiumi Bramaputra e Gange. La maggior parte delle strade di accesso ai villaggi sono state sgomberate dal fango e dagli alberi sradicati, ma la distribuzione di viveri e medicine va molto a rilento. Si teme l’insorgere di malattie tra i senzatetto ormai stremati per la fame e la mancanza di acqua pulita. Sono già stati denunciati i primi casi di dissenteria. Preoccupa soprattutto la salute di bambini e degli anziani che sono i più vulnerabili e che sono anche quelli che non sono riusciti a scappare in tempo nei rifugi di cemento anti uragano. Il bilancio delle vittime accertate rimane stabile a 3500 morti, ma i dispersi sono alcune migliaia. Molti di loro sarebbero pescatori travolti dal ciclone mentre si trovavano in mare o nella fitta rete di canali dove ci sono gli allevamenti di gamberetti. Difficile immaginare che saranno recuperati i corpi.
Di fronte alla gravità della catastrofe che ha colpito 3 milioni di persone in una zona di estrema povertà, la comunità internazionale ha allentato i cordoni della borsa. Gli stanziamenti totali sono 140 milioni di dollari, di cui solo 100 milioni offerti dall’Arabia Saudita. Ieri sono arrivate altre offerte di aiuto. La Spagna ha inviato otto tonnellate di generi di prima necessità, mentre la Banca Mondiale ha assicurato fino a 250 milioni per costituire un fondo per la ricostruzione post emergenza.
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