Pubblicato su Apcom
Continua la saga della scrittrice anti-velo Taslima Nasreen “rifiutata” da alcuni stati indiani per paura delle reazioni dei gruppi mussulmani. L’intellettuale femminista bangladese da oltre dieci anni in esilio forzato dopo una fatwa contro un suo libro, dopo la mezzanotte è stata nuovamente “prelevata” dalla polizia indiana dalla guesthouse di Nuova Delhi e scortata in una località segreta “nel raggio di 20 o 30 minuti in auto”, secondo indiscrezioni della televisione.
La Nasreen aveva lasciato giovedì scorso la sua casa di Calcutta, dove risiedeva dal 2004, scorso in seguito ai violenti disordini sollevati da un gruppo mussulmano che chiedeva la cancellazione del suo visto semestrale in scadenza a febbraio. “Contro la sua volontà”, come ha dichiarato in un’intervista, era stata trasferita in aereo a Jaipur, nello stato nord-occidentale del Rajasthan dove è iniziata la sua odissea. Ufficialmente respinta dalle autorità locali per una questione burocratica, la scrittrice era stata scortata a Nuova Delhi e ospitata in una casa di rappresentanza del Rajasthan, nel sud della capitale, in attesa di nuove decisioni del governo. La sua presenza a Delhi aveva attirato l’attenzione delle televisioni e giornalisti accampati giorno e notte davanti alla guest-house e anche di numerosi curiosi. Probabilmente per evitare l’eccessivo clamore, le autorità indiane avrebbero quindi deciso il nuovo trasferimento che è avvenuto in piena notte.
Il caso della Nasreen sta diventando un dilemma politico per il governo indiano. La situazione è ormai sfuggita di mano. E’ iniziato un imbarazzante scaricabarile tra il governo comunista del Bengala Occidentale che avrebbe “espulso” la scrittrice per non perdere il favore dell’elettorato mussulmano e il governo federale che non si è ancora pronunciato sulla vicenda (che ricorda quella dell’artista mussulmano Husain, costretto a vivere all’estero dopo le condanne degli integralisti indù contro le sue opere giudicate blasfeme). Il silenzio di Sonia Gandhi e del premier Manmohan Singh hanno suscitato le critiche dei principali opinionisti indiani che hanno accusato il governo di piegarsi ai voleri degli estremisti islamici. L’opposizione indu nazionalista del Bjp ha preso la palla al balzo chiedendo a gran voce che sia concesso alla Nasreen lo status di rifugiato politico (ma sarebbe impossibile in quanto la scrittrice ha un passaporto svedese) e si è impegnato a sollevare un dibattito in Parlamento. I gruppi di difesa dei diritti umani vogliono che le sia data la cittadinanza indiana come lei stessa aveva richiesto. Il primo ministro dello stato del Gujarat (dove a dicembre si terranno le elezioni), Narendra Modi, si è offerto di ospitarla. Parlando ai giornalisti, la scrittrice aveva detto che non vuole lasciare l’India e considera Calcutta “la sua seconda patria”. “Se me lo permettono ci tornerei subito” ha aggiunto.
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