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Per la prima volta il Dalai Lama ha affrontato il delicato tema della successione parlando con dei giornalisti al margine di un convegno interreligioso organizzato ad Amritzar, la città sacra per la setta sikh, nel nord dell’India. Il leader religioso ha colto l’occasione per annunciare che sarò il popolo tibetano in esilio a scegliere con un referendum un successore prima della sua morte. Ha anche aggiunto che il nuovo Dalai Lama sarà scelto tra qualcuno fuori dal Tibet. “Se la mia morte giungerà quando saremo ancora tutti degli esuli la mia reincarnazione avverrà fuori dal Tibet” ha detto aggiungendo che il processo di selezione non è ancora iniziato. “Dai controlli medici a cui mi sottopongo regolarmente emerge che posso vivere ancora per qualche decennio” ha scherzato il premio Nobel per la pace che ha 72 anni e che dal 1959 vive in esilio in India nella località himalayana di Dharamsala. L’ipotesi di una consultazione popolare rappresenta una rottura con la tradizione secondo la quale il nuovo Dalai Lama è scelto dal clero buddista di Lhasa secondo un antico rituale dopo la morte del precedente. “E’ una manifesta violazione della pratica religiosa e della prassi storica” ha reagito il ministero degli esteri cinese con un comunicato dove ha duramente condannato la proposta del Dalai Lama che in questo modo vanifica le intenzioni del governo di Pechino di nominare direttamente un successore dopo la sua scomparsa.
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