martedì 13 novembre 2007

Birmania, carcere aperto per Pinheiro

Ha trascorso circa due ore nella prigione di Insein, l’inviato dell’Onu per i diritti umani Paulo Sergio Pinheiro che si trova in Birmania per una missione ufficiale dopo 4 anni di assenza a causa del divieto della giunta miliare di entrare nel Paese. Pinheiro ha ispezionato il famigerato carcere di Rangoon dove nel corso degli anni sono stati detenuti e torturati i principali dissidenti. Prima del termine della sua visita, giovedì, dovrebbe poter parlare anche con alcuni oppositori politici arrestati nei giorni delle manifestazioni pro democratiche e raccogliere informazioni sui metodi usati per gli interrogatori. Secondo le testimonianze di ex prigionieri, gli attivisti politici sarebbero stati sottoposti ad abusi e trattamenti disumani. L’inviato delle Nazioni Unite ha anche visitato due monasteri che erano stati saccheggiati e danneggiati durante i raid dei militari contro i monaci buddisti. Non ci sono dettagli precisi, ma Pinheiro dovrebbe oggi recarsi nella nuova e remota capitale di Naypyidaw per incontrare tre ministri del regime. La missione del diplomatico norvegese ha anche l’obiettivo di investigare sul numero di persone morte durante la brutale repressione dei cortei pacifici lo scorso settembre. Secondo fonti dell’Onu sarebbero stati uccisi dalla polizia dai 30 ai 40 monaci e dai 50 ai 70 civili.

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