Messo in onda da Radio Vaticana
E’ stata salutata positivamente dagli Stati Uniti la decisione di Pervez Musharraf di revocare lo stato di emergenza e di garantire il regolare svolgimento delle elezioni parlamentari fissate per il prossimo 8 gennaio. Cedendo alle pressioni della Casa Bianca, il presidente pachistano negli ultimi due giorni ha sbloccato lo stallo politico in cui era caduto il Paese dopo la sospensione dei diritti costituzionali decisa lo scorso 3 novembre per contrastare quello che Musharraf nel discorso di ieri sera alla nazione ha definito un “complotto contro la nazione”. La fine dello stato di emergenza, annunciata a partire dal 16 dicembre, non ha però convinto del tutto l’opposizione. L’ex premier Nawaz Sharif, ritornato dall’esilio una settimana fa ha annunciato che il suo partito boicotterà il voto e ha invitato la rivale politica Benazir Bhutto a fare lo stesso. Ma la leader del Partito Popolare per ora esclude il boicottaggio anche perché non sarebbe ancora del tutto tramontato il vecchio accordo di condivisione del potere con Musharraf che ha permesso il suo ritorno in patria lo scorso 18 ottobre.
Il giuramento dell’ex generale per un nuovo mandato presidenziale coincide anche con una dura offensiva dell’esercito pachistano nella valle di Swat al confine afghano dove sono state riconquistate le posizioni occupate dai guerriglieri islamici filotalebani.
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