Messo in onda da Radio Svizzera Italiana
Avanzando a fatica tra la spessa coltre di fango, detriti e alberi sradicati, le squadre di soccorso sono riuscite a raggiungere quasi tutti i villaggi colpiti dal passaggio del potente ciclone Sidr. E’ emerso un quadro agghiacciante dei danni. Quasi tutte le capanne di bambù e latta sono crollate o scoperchiate. Le onde provocate dal forte vento hanno spazzate strade, ponti e pali della luce. La fascia costiera è raggiungibile solo con traghetti e imbarcazioni private. Circondati dalle carcasse in putrefazione del bestiame e dai campi di riso devastati, rimangono i sopravvissuti, coloro che, quando è scattata l’allerta anti-uragano, non hanno abbandonare i villaggi e che ora rischiano di morire di fame o di malattie. La distribuzione degli aiuti, soprattutto cibo, acqua e tende, sta andando a rilento a causa dell’inagibilità delle strade, Gli elicotteri impiegati sono insufficienti per far fronte ai bisogni dei senza tetto sparpagliati in un’area vastissima e impraticabile .
Secondo le stime, un milione di famiglie sono toccate in diversa misura dalla catastrofe, il che significa sei o sette milioni di persone. Tuttavia, nessuno è in grado ancora di fornire dei dati precisi. Le autorità di Dacca continuano a ricevere informazioni dai distretti della provincia di Barguna, l’epicentro del disastro. Le vittime accertate sono 2300 secondo l’ultimo bilancio, ma come si temeva sarebbero molte di più. Un rappresentante della Mezzaluna Rossa locale parlava di 10 mila morti. Di fronte alla gravità dell’emergenza gli Stati Uniti hanno deciso di inviare due navi portaelicotteri, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha promesso di stanziare alcune somme dello speciale Fondo di emergenza Onu per le operazioni di soccorso e la ricostruzione.
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