Pubblicato da Apcom
La telenovela dell’approvazione dell’accordo indo-americano in materia di cooperazione nucleare civile si arricchisce domani di un’altra puntata quando l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica discuterà delle misure “eccezionali” per salvaguardare le centrali nucleari indiane. Il capo del dipartimento per l’energia atomica Anil kakodkar sarà a Vienna per mettere a punto le speciali clausole da applicare ad un Paese come l’India che non fa parte del Trattato di Non Proliferazione, ma che presto grazie al patto con Washington potrebbe importare tecnologia nucleare e a “doppio uso”.
Dopo la visita di Mohammed ElBaradei il mese scorso le ambizioni di Nuova Delhi per diventare una potenza atomica ufficiale erano state messe nel cassetto a causa della forte opposizione degli alleati comunisti contrari ad ingerenze esterne nel programma nucleare indiano e pronti a far cadere il governo guidato dal Congresso di Sonia Gandhi. Il ricatto aveva funzionato tanto che uno sconsolato Manmohan Singh a un certo punto aveva allargato le braccia ed accettato anche di fare una brutta figura con la Casa Bianca che vuole a tutti i costi approvare l’accordo prima della fine della legislatura. “Se l’accordo non si farà, non sarà la fine della vita” aveva detto il premier con una frase che passerà sicuramente agli annali delle cronache politiche.
Ora però le carte si sono mescolate. A far cambiare idea ai partiti comunisti sono stati gli eventi drammatici di Nandigram, la nuova area industriale vicino a Calcutta destinata a polo chimico, dove il governo locale, una roccaforte “rossa”, vorrebbe espropriare le terre agricole. La protesta dei contadini appoggiati da alcune forze politiche va avanti ormai da un anno, ma solo di recente ha preso una piega violenta ed è diventata guerriglia urbana con la partecipazione di gruppi armati, tra cui i maoisti. Un paio di settimane fa i quadri “armati” del Partito Comunista hanno terrorizzato la popolazione, incendiato le case e addirittura commesso stupri tra l’indifferenza della polizia. Il governo di Nuova Delhi non ha però sollevato troppo polverone, e secondo alcuni commentatori, il silenzio sarebbe stato ripagato dai comunisti con il via libera ai negoziati con l’AIEA.
Le clausole di salvaguardia in discussione a Vienna riguarderebbero i controlli da applicare su 14 siti nucleari “dichiarati” e sulla promessa di forniture perpetue di combustibile atomico. Prossimo passo sarà poi avere l’approvazione del Nuclear Suppliers Group, il club dei 45 Paesi fornitori di tecnologia nucleare che dovrà decidere per consenso se aprire le porte all’India. Molti dei Paesi industrializzati, ovviamente interessati ad esportare centrali nucleari, hanno già espresso parere favorevole.
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