Messo in onda da Radio Svizzera Italiana
Ha rasato al suolo interi villaggi e costretto alla fuga centinaia di migliaia di persone dalla fascia costiera, il potente ciclone tropicale Sidr che si è abbattuto nella notte in Bangladesh. Nelle ultime ore ha rallentato la sua corsa riducendosi a semplice tempesta tropicale risparmiando quindi la capitale Dakka dove è transitato. Ma prima ha spazzato l’intera fascia sud occidentale del paese con venti fino a 240 chilometri orari, forti piogge e alte ondate. Non è ancora chiara l’entità dei danni, mentre il bilancio delle vittime sale di ora in ora. Sono migliaia le case distrutte e 640 mila gli sfollati rimasti senza tetto. Come misura preventiva la popolazione costiera era stata costretta ad abbandonare in anticipo le abitazioni ma molti sarebbero rimasti indietro. Sono stati sospesi anche i voli in partenza e in arrivo dall’aeroporto di Dakka e bloccati i collegamenti fluviali. Alcuni dei distretti colpiti sarebbero ancora isolati, secondo quanto riferito dal ministero degli interni. Molte strade sono impraticabili per il crollo di alberi e linee elettriche. Intanto la macchina degli aiuti internazionale si è già messo in moto con la distribuzione di razioni alimentari di emergenza. Il ciclone Sidr,che si è formato sulla baia del Bengala, è uno dei più violenti ad avere colpito il Bangladesh e anche parte dell’India orientale. I meteorologi lo avevano annunciato 24 ore in anticipo e fatto scattare il piano di evacuazione dalle coste. La popolazione è stata allertata da megafoni e trasferita nei rifugi anti uragano esistenti fin dal 1970 quando un terribile ciclone uccise mezzo milione di persone.
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