In onda su Radio Vaticana
Secondo quanto ha detto il ministro birmano della protezione sociale Maung Swe, il potente ciclone Nargis avrebbe generato una sorta di tsunami nel delta dell’Irrawaddy che non ha lasciato via di scampo agli abitanti della fascia costiera e delle basse regioni fluviali dove sorgono le grandi risaie del Paese. La furia del vento avrebbe sollevato un’onda di diversi metri di altezza che ha spazzato via tutto quello che trovava sul suo cammino. E’ la prima descrizione del disastro avvenuto tre giorni fa e che sta mettendo a dura prova il regime birmano e la capacità di far fronte ad un’emergenza che con il passare delle ore diventa sempre più allarmante. La giunta militare, che è al potere da 46 anni, ha deciso di accettare l’aiuto internazionale e di permettere l’ingresso delle squadre di soccorso straniere, ma con la limitazione che dovranno ottenere il nulla osta del Ministro degli esteri, come è stato precisato durante una conferenza stampa a Rangoon, l’ex capitale di 5 milioni persone, dove manca ancora la corrente elettrica e i prezzi dei generi alimentari sono schizzati alle stelle.
Di fronte alla gravità della crisi, la giunta ha deciso di rinviare al 24 maggio il controverso referendum sulla nuova costituzione nella maggior parte delle circoscrizioni di Rangoon e nei sette distretti colpiti.
Intanto i Paesi asiatici si stanno mobilitando, il gruppo dell’Asean ha lanciato un appello ai suoi membri per inviare aiuti agli sfollati, mentre la Cina ha promesso un milione di dollari in cibo e in denaro contante.
martedì 6 maggio 2008
Ciclone Nargis ha generato onde devastanti. Rinviato il referendum costituzionale nelle zone colpite
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