“Dobbiamo stringere la cinghia e gestire in maniera oculata le nostre risorse e le nostre finanze”. Il primo ministro Manmohan Singh oggi ha ammesso che l’India sta “entrando un periodo di incertezza” e ha cercato di fugare i timori di un rallentamento della crescita indiana dovuta all’inflazione galoppante di questi mesi e alle ripercussioni della recessione degli Stati Uniti. “Non dobbiamo accontentarci del fatto che gli ultimi quattro anni siano stati anni di grande successo per l’India” ha detto ad una cerimonia che si è tenuta stasera per festeggiare il quarto anniversario della coalizione guidata dal Congresso di Sonia Gandhi. Il caro petrolio e l’aumento dei prodotti agricoli “ci mettono davanti a sfide difficili”. Secondo Singh la priorità del governo, che da oggi entra nel suo ultimo anno, è quella di tenere sotto controllo l’inflazione che a maggio ha toccato il 7,3%, il livello più alto negli ultimi tre anni. Il carovita ha fatto scattare un campanello di allarme nel Congresso che in questo anno pre elettorale teme un’erosione della sua base composta dai ceti più deboli e più vulnerabili all’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità.
“Il forte rincaro del petrolio, dell’acciaio e dei prodotti agricoli hanno avuto un impatto negativo sull’economia nazionale – ha aggiunto ricordando le misure adottate finora dal governo, come le restrizione all’esportazione di alcuni beni agricoli essenziali, tipo il riso e la stretta fiscale e monetaria. Mentre su Nuova Delhi si abbatteva un acquazzone del tutto anomalo per questa stagione che è la più secca dell’anno, il premier ha detto di sperare ad un ritorno ad una “normale inflazione nelle prossime 8-10 settimane” grazie anche alle previsioni di un “buon monsone”. L’agricoltura indiana, che impiega ancora oltre il 60 per cento della popolazione, è ancora dipendente dall’andamento delle piogge monsoniche da giugno a settembre.
Il settantaseienne Singh, un economista formato a Cambridge e Oxford e “scelto” da Sonia Gandhi come “tecnico” per guidare il Paese dopo il suo trionfo nelle elezioni del 2004, rimane però ottimista sul futuro dell’India nonostante le “acque turbolente” di questo periodo. “L’economia indiana ha imboccato una traiettoria di crescita dell’8-9 per cento. Grazie a questo tasso di crescita potremo sollevare la nostra nazione dalla povertà, ignoranza e malattia che sono state parte del destino di milioni di cittadini per secoli”.
“Il forte rincaro del petrolio, dell’acciaio e dei prodotti agricoli hanno avuto un impatto negativo sull’economia nazionale – ha aggiunto ricordando le misure adottate finora dal governo, come le restrizione all’esportazione di alcuni beni agricoli essenziali, tipo il riso e la stretta fiscale e monetaria. Mentre su Nuova Delhi si abbatteva un acquazzone del tutto anomalo per questa stagione che è la più secca dell’anno, il premier ha detto di sperare ad un ritorno ad una “normale inflazione nelle prossime 8-10 settimane” grazie anche alle previsioni di un “buon monsone”. L’agricoltura indiana, che impiega ancora oltre il 60 per cento della popolazione, è ancora dipendente dall’andamento delle piogge monsoniche da giugno a settembre.
Il settantaseienne Singh, un economista formato a Cambridge e Oxford e “scelto” da Sonia Gandhi come “tecnico” per guidare il Paese dopo il suo trionfo nelle elezioni del 2004, rimane però ottimista sul futuro dell’India nonostante le “acque turbolente” di questo periodo. “L’economia indiana ha imboccato una traiettoria di crescita dell’8-9 per cento. Grazie a questo tasso di crescita potremo sollevare la nostra nazione dalla povertà, ignoranza e malattia che sono state parte del destino di milioni di cittadini per secoli”.
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