In onda su Radio Vaticana
Bandiere a mezz’asta in tutto il Myamar da ieri per commemorare i 134 mila morti e dispersi del ciclone Nargis. Il regime militare, che ha proclamato tre giorni di lutto, sembra solo ora rendersi conto delle proporzioni del disastro che ha colpito due milioni e mezzo di persone nel delta dell’Irrawaddy. Le autorità accetteranno la supervisione degli esperti provenienti dai paesi dell’Asean, l’associazione del sud est asiatico che domenica organizza a Rangoon una conferenza dei donatori. Ma non intendono autorizzare l’arrivo di elicotteri e navi da guerra statunitensi.
Secondo le associazioni umanitarie per sfamare e curare i sopravissuti è necessario un massiccio intervento della comunità internazionale simile a quello che si è visto per la tragedia dello tsumani nel 2004. L’arrivo delle piogge monsoniche rischia di aggravare ulteriormente le precarie condizioni degli abitanti della vasta zona del delta dove il raccolto di riso è andato completamente perduto.
Intanto continua l’altra gravissima emergenza in Cina dove l’autorità hanno aggiornato il bilancio del terremoto nel Sichuan ad oltre 70 mila morti. A otto giorni dal sisma i soccorritori hanno trovato vivo un uomo di 31 anni nella contea del Wenchuan e una donna di 60 anni sopravissuta grazie all’acqua piovana. Le autorità cinesi hanno inoltre smentito l’allarme per una scossa di grande potenza.
martedì 20 maggio 2008
Birmania, in arrivo Ban ki Moon e elicotteri del Pam
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento