lunedì 19 maggio 2008

India-Pakistan riprendono dialogo tra tensione in Kashmir e strage di Jaipur

Su Apcom
Tra nuove tensioni sul confine del Kashmir e il sospetto della presenza di gruppi integralisti pachistani dietro la strage di Jaipur, riprendono domani i colloqui tra India e Pakistan. Il dialogo era stato interrotto dalla crisi interna innescata dal presidente Pervez Musharraf lo scorso novembre con la dichiarazione dello stato di emergenza. E’ la prima volta che Nuova Delhi incontra i rappresentanti del nuovo governo democratico che si è insediato a Islamabad dopo le elezioni legislative di febbraio vinte dal Partito Popolare Pachistano di Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto e dal suo ex rivale Nawaz Sharif.
Si tratta di un momento di tensione nelle relazioni tra i due rivali asiatici che dal 2004 hanno avviato un processo di pace che ha portato a notevoli passi in avanti per quanto riguarda i collegamenti stradali e ferroviari, la distensione nucleare e gli scambi commerciali, senza mai arrivare però alla soluzione del nodo cruciale della disputa sul Kashmir. Proprio lungo la “linea di controllo”, come è chiamato il fronte dove sono schierati i due eserciti, l’artiglieria pesante è di nuovo entrata in azione lo scorso 14 maggio rompendo un silenzio di oltre 4 anni. Il governo indiano ha accusato il Pakistan di aver violato l’accordo di cessate il fuoco del novembre 2003. Inoltre oggi, mentre il sottosegretario alla difesa Shiv Shankar Menon volava a Islamabad per preparare i colloqui, un soldato indiano è stato ucciso in uno scontro a fuoco nel settore di Poonch, a 500 chilometri a sud di Srinagar. Non sarebbe chiaro se a sparare sono stati i soldati pachistani dalle postazioni lungo la linea di controllo oppure alcuni militanti islamici che cercavano di infiltrarsi nel territorio controllato dagli indiani.
Secondo i vertici militari indiani ci sarebbe stata nelle ultime settimane un’impennata nei tentativi di infiltrazione di sospetti militanti islamici in coincidenza con lo scioglimento della neve sui picchi himalayani. Gli investigatori indiani hanno reso noto oggi l’identikit di sette sospetti attentatori che il 13 maggio hanno piazzato le bombe nei mercati di Jaipur uccidendo 63 persone. La pista sarebbe quella islamica e porterebbe a gruppi di fondamentalisti operanti in Bangladesh o in Pakistan. A differenza del passato, però il governo indiano non ha lanciato direttamente accuse a Islamabad con cui ha avviato due anni fa una collaborazione in materia di anti terrorismo.
Dopo i colloqui preparatori tra le due delegazioni ministeriali domani, mercoledì si terrà il vertice bilaterale tra il ministro indiano degli esteri Pranab Mukherjee e il suo omologo Shah Mahmood Qureshi.

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