In onda su Radio Vaticana
A causa delle restrizioni imposte dalla giunta militare e dell’inagibilità delle strade nel delta dell’Irrawaddy, proseguono a rilento gli aiuti ai sopravissuti del ciclone Nargis. A cinque giorni dal disastro che ha causato quasi 23 mila morti e 41 mila dispersi, c’è il rischio di un’emergenza umanitaria nelle zone sinistrate ancora sommerse dall’acqua dove finora sono arrivati solo gli elicotteri del governo. Mano a mano che l’acqua defluisce sta emergendo una situazione spaventosa come hanno raccontato alcuni testimoni. Nei prossimi giorni il conto delle vittime potrebbe aumentare secondo alcuni responsabili dell’Onu. La macchina dei soccorsi internazionali si è messa in moto con generose offerte di aiuto, ma la giunta birmana sta rallentando il rilascio dei visti d’ingresso agli operatori umanitari. Il ministro degli esteri francese Bernard Couchner ha suggerito l’intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per convincere la giunta militare ad aprire le frontiere ai soccorsi internazionali. C’è però una notizia positiva. L’aereo del Pam, il Programma Alimentare Mondiale, con 25 tonnellate di aiuti della cooperazione italiana caricati a Brindisi sarebbe in arrivo a Yangoon.
Intanto continuano le polemiche sulla mancata evacuazione delle aree colpite dal potente ciclone il cui passaggio era stato previsto con 48 ore di anticipo. Le autorità birmane hanno detto che la popolazione era stata allertata in tempo, ma non sarebbero state previste le onde e il brusco aumento del livello dei fiumi provocato dalla furia dei venti.
mercoledì 7 maggio 2008
Ciclone Nargis, aiuti con il contagocce. Bilancio destinato ad aumentare
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